Timothy Martin: “Ciò che mi è piaciuto subito di Mimmo è il suo aspetto umano” – VIDEO INTERVISTA

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Mimmo, il padre naturale di Daniele, è senza dubbio uno dei personaggi che i fan di Noi, ma anche di This Is Us nel caso di William, hanno più nel cuore e Timothy Martin, il suo interprete, ha saputo trasmettere tutti quei valori di umanità che lo caratterizzano.

Noi di Survived The Shows abbiamo avut9o il piacere di parlare dell’esperienza in NOI con Timothy Martin, interprete di Domenico “Mimmo”, padre naturale di Daniele, come ha approcciato il personaggio e qual è stata per lui la sfida più grande nell’interpretare questo ruolo pieno di umanità ma anche dramma.

Intervista completa a Timothy Marti...
Intervista completa a Timothy Martin della fiction "Noi"

Arrivato in punta di piedi come un qualsiasi altro ruolo da parte della sua agenzia, Timothy si è subito innamorato dell’umanità di Mimmo, che un po’ gli sembrava di conoscere provenendo dal mondo degli artisti.

“Quello che mi è piaciuto subito è l’aspetto umano di questo personaggio. Che nonostante ci sono questi problemi seri lui è uno molto onesto, sincero. E’ una brava persona che ha avuto dei problemi”

Timothy Martin su cosa lo ha attratto del personaggio di Mimmo
Non avendo visto la serie originale se non dopo aver ricevuto il ruolo, Martin ha lasciato spazio alla sua sensibilità da attore.

Timothy ci spiega come generalmente quando deve interpretare un personaggio parte sempre dai punti di differenza tra lui stesso e il personaggio, per poi arrivare a colmare quello spazio che li separata e raggiungere la dimensione del personaggio da interpretare. Nel caso di Mimmo, aveva ben presente il suo mondo essendo lui stesso un musicista e artista. Ma allo stesso tempo, Timothy non ha mai fatto uso di droghe, e per questo ha dovuto usare molto la sua immaginazione, nonché purtroppo la conoscenza delle storie di persone a lui care che hanno avuto questi problemi.

Ovviamente trattandosi un personaggio con un passato importante e che vive una situazione più grande di lui, non esula il suo interprete da sfide.

La sfida principale nell’interpretare Mimmo per Timothy è stata senza dubbio nella preparazione fisica, per cui ha dovuto perdere ben 10 kg in 6 settimane per assumere le sembianze di un malato terminale. Oltre a questo, è stato altrettanto impegnativo per lui guardarsi allo specchio con l’invecchiamento che gli era stato fatto dal reparto di trucco.

“Per me è stato molto impressionante vedermi così, e di vivere così per ben nove mesi. […] Uscivo nel palazzo, per strada, e le persone avevano paura di chiedermi come stavo perchè pensavano veramente che stessi male […] Sentivo che avevano paura per me. Poi ho dovuto spiegare ‘no, no, sto benissimo, è che sto facendo un lavoro da attore e perciò sono dimagrito così tanto’. Anche se comunque non mi hanno creduto finché la serie non è andata in onda”

Timothy Martin sulle sfide nell’interpretare Mimmo
Come già Timothy accennava in precedenza, per tante cose si sente vicino al personaggio di Mimmo, ma per altre sono diametralmente opposti, prima fra tutte la dipendenza.

Come differenza principale tra lui e Mimmo, Timothy mette avanti a tutto la dipendenza da sostanze, in quanto lui in prima persona non ne ha mai fatto uso, e tanto più non beve neanche. Mentre per tutto il resto, l’aspetto caratteriale di Mimmo, l’attore si rivede molto in lui e nel rapporto che ha stabilito con Daniele.

“Mi piace il fatto che lui non ha voluto abbandonare questo figlio, l’ha fatto per metterlo in salvo. Perché aveva paura che gli poteva succedere qualcosa. E poi ha fatto di tutto per rivederlo. Lui forse non se ne ricorda ma è stata Rebecca che non ha voluto che lui avesse un rapporto con suo figlio. E anche alla fine quando lo incontriamo, ormai ad una certa età, con l’avanzamento della malattia, questo modo di aver accettato la sua sorte, la sua vita… è una persona che è in pace con sé stesso. Certo, alla fine c’è questo momento di panico quando sta per lasciare la terra, ma lui è un personaggio che si comporta bene secondo me con tutti quanti, perché è in pace con sé stesso. E questo, vorrei credere di essere anche io così per certe cose della mia vita”

Timothy Martin
Un’altra sfida per Timothy nell’abbracciare questo ruolo stava anche nel dover interpretare una canzone di un mostro sacro della musica italiana come Pino Daniele.

Intimorito dal peso di un’artista come Pino Daniele, Timothy Martin ha scoperto e si è innamorato di quella canzone in corso d’opera, dandone una propria sincera e sentita interpretazione.

“Non potevo semplicemente imitarlo, quindi ho fatto una cosa mia”

Timothy Martin
L’esperienza e il lavoro sul set di Noi per Timothy Martin è stata davvero intensa

Nonostante abbia già esperienza sia in teatro, che al cinema o in televisione, il lavoro fatto in NOI per Timothy è stato davvero unico e molto intenso, nonché lungo per una serie televisiva. Soprattutto considerando come il personaggio di Mimmo lo portava a tenere quello stato, quelle energie da malato. L’attore racconta col sorriso come il regista Luca Ribuoli spesso sul set gli facesse notare come fosse tropo vitale e dovesse ricordare invece mostrare meno energie, come una persona realmente malata.

“E’ stato difficile non dare troppe energie a Mimmo, da controllare – sorrisi sì, ma non doveva mai scattare o essere troppo entusiasta di qualcosa”

Timothy Martin

Ricordando ciò che è stato maggiormente appagante nell’interpretare questo ruolo, Timothy sottolinea come in Italia ci siano tantissimi bambini e ragazzi di colore, adottati da genitori bianchi, e questa storia è importante anche per loro in quanto finalmente possono ritrovare un personaggio in televisione in cui riconoscersi. Con il sorriso, l’attore racconta di come un signore del suo palazzo lo abbia fermato sulle scale per ringraziarlo, perché grazie a NOI il figlio di colore adottato ha potuto riconoscere se stesso e la sua storia in un personaggio televisivo.

“Ci sono tantissimi bambini, e anche bambini bianchi, che magari possono pensare ‘magari là fuori c’è il mio vero padre, e non è che mi ha dimenticato o non ha voluto vedermi, è che la vita ha fatto in modo che non fosse possibile”

Timothy Martin
Livio Kone è stato senza dubbio la persona con cui Timothy Martin ha legato di più sul set di NOI

Tra tutti i colleghi, Timothy ci racconta come Livio Kone, suo “figlio”, sia la persona con cui ha legato di più sul set, in quanto c’era bisogno di cercare un rapporto. Tutto è stato fatto in tempi reali e attraverso le riprese hanno costruito questo rapporto pieno di alti e bassi. Timothy già in precedenza alla conferenza stampa di presentazione di NOI ha raccontato come Livio in realtà non abbia voluto incontrarlo prima delle riprese, probabilmente per seguire quello che generalmente viene chiamato “Method Acting”. Tuttavia, alla fine i due si sono trovati ed è stato bello.

“Per me è stato un lavoro importante. Perché ho fatto tanto cinema e televisione ma mai una cosa così lunga e intensa, e ho scoperto che francamente è l’unico modo per lavorare. […] Più il ruolo è importante, più stai sul set e hai modo di approfondire. […] Ho imparato un sacco di cose, non solo dal regista ma anche da Fabrizio, il direttore della fotografia.”

Timothy Martin sul lavoro sul set di NOI

Timothy ha adorato anche lavorare con Angela Ciaburri, che interpreta Betta la moglie di Daniele, in cui riconosce una grande collega che ha saputo davvero ascoltare in scena, che non è scontato negli attori. E poi ci sono le bambine, le piccole Isabel e Sofia, talmente brave da rubare la scena a tutti.

Come il resto dei suoi colleghi, Timothy non manca dall’elogiare il lavoro di Luca Ribuoli, il quale voleva in primo luogo la sincerità e l’onesta da tutti i personaggi e i loro interpreti.

Voleva che noi vivessimo a pieno l’atto interiore di ogni personaggio. Ha lavorato molto lui per tirare fuori le emozioni. Non voleva una cosa superficiale, nonostante che c’erano dei momenti molto forti, molto tristi, però c’era bisogno di andarci [a toccare quei momenti].

Timothy Martin
La sua passione per il mondo dello spettacolo è nata con il musical

Timothy sale su un palco per la prima volta a 12 anni in un musical scolastico del suo liceo in un piccolo paesino della Pennsylvania. Successivamente, a 16 anni entra a far parte del coro gospel della chiesa, di cui diventerà in seguito direttore. Trovandosi a sole 3 ore di treno da New York, Timothy ci racconta come spesso si recasse a Broadway per coltivare la sua passione e vedere gli spettacoli, e da lì è partita quella grande passione che ha per la recitazione e per la musica che lo porteranno fino a lavorare qui in Italia sia a teatro, che al cinema o in televisione.

Amazing Grace Gospel Choir – diretto da Timothy Martin – Foto

Tra i progetti a cui ha avuto modo di lavorare nel corso della sua vita, Timothy Martin ha particolarmente a cuore uno spettacolo teatrale di Franca Valeri, “Blue Orange” che racconta la storia di un ragazzino immigrato con un carattere sensibile e non riesce a gestire bene il razzismo e viene psicologicamente danneggiato da ciò.

“Un personaggio molto forte, ma con un grande senso dell’umanità. […] Franca Valeri è stata bravissima a tuffarsi dentro, psicologicamente, a tutti gli aspetti di questo personaggio e di farmelo portare sul palco scenico. Questo per me è stato bellissimo, lavorare con questa artista della vostra storia.”

Timothy Martin
Che consiglio da Timothy Martin a chi tra i nostri lettori vorrebbe intraprendere la carriera di attore o di musicista?

Prima di tutto è importante tenere sempre a mente che non è facile. Poi primo elemento fondamentale è avere la passione per questo lavoro, e sapere dentro di sé che si ha qualcosa da dire che va ascoltato, che secondo Timothy dovrebbe essere una cosa innata. Ciò rappresenta l’ingrediente fondamentale per chi vuole entrare nel mondo dello spettacolo, viste tutte le persone che vi diranno che non valete niente oppure se valete tantissimo ma comunque non riuscite a lavorare.

“In quei momenti [di sconforto], solo se tu sai che dentro di te c’è una cosa che hai solo tu e che nessun’altro ha – perché ognuno ha una luce, qualcosa da dare – e tu devi sapere senza metterlo in discussione che hai questa cosa e questa è la primissima cosa una persona [che vuole entrare nel mondo dello spettacolo] si deve chiedere. Perché voglio farlo? Solo per ricevere i complimenti? Per esibirmi così? Se è così, lo puoi fare come hobby, però se non pensi di avere qualcosa di profondo da dire al mondo… In fondo è questo che fa la differenza”

Timothy Martin

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Chiara

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