Outlander: I migliori momenti con i nonni Jamie e Claire – GALLERY

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Jamie e Claire sono i nostri nonni preferiti – Ed è per questo che vi proponiamo alcuni estratti dai libri di Outlander per celebrarli in questa giornata speciale!

Oggi in Italia si celebra la rinomata Festa dei Nonni. Nell’ultima stagione di Outlander abbiamo avuto modo di vedere i protagonisti Jamie e Claire abbracciare questo inaspettato e nuovo ruolo. Ed è per questo che noi di Survived The Shows abbiamo deciso di celebrarli condividendo con voi alcuni dei momenti più belli tratti dai libri di Diana Gabldon e accompagnati da alcune immagini dalla serie TV che ritraggono Jamie e Claire come nonni in Outlander!

SPOILER ALERT!!! Alcuni degli estratti ritraenti Jamie e Claire in versione nonni non sono ancora stati rappresentati nella serie TV, Outlander fin’ora.

Jamie e Claire si prendono cura del piccolo Jemmy in occasione del matrimonio di Brianna e Roger.

Outlander Season 5 Episode 1, The Fiery Cross
Outlander Season 5 Episode 1, The Fiery Cross

«Eri a Hillsborough a settembre, aye? Tieni, Sassenach, portami via questo scoiattolo». Jamie si interruppe per passarmi Jemmy, il quale aveva deciso di interessarsi più attivamente alla realtà circostante e adesso stava tentando di scalare il torso di suo nonno, conficcandogli le dita dei piedi nelle carni ed emettendo forti versi simili a grugniti. Quell’improvvisa attività, tuttavia, non era il principale motivo per cui Jamie voleva liberarsi del fardello, come ebbi modo di scoprire quando lo presi in braccio. «Grazie tante», dissi arricciando il naso. Jamie sogghignò e girò Duncan su per il sentiero, riprendendo la conversazione con lui.

«Hmm», mugugnai con una cauta fiutata. «Hai finito, per caso? No, secondo me no». Jemmy chiuse gli occhi, diventò tutto rosso in faccia ed emise tanti scoppietti simili al fuoco attutito di una mitragliatrice. Gli disfeci le fasce per sbirciargli il sederino. «Oops», esclamai, per poi srotolargli subito di dosso la copertina, appena in tempo. «Cosa ti avrà mai dato da mangiare tua madre?»

Entusiasta di essere sfuggito alle bende che gli bloccavano i movimenti, Jemmy agitò le gambe come un mulino a vento, provocando la fuoriuscita di una repellente sostanza giallastra dal pannolino allentato. «Puah», fu il mio succinto commento, dopodiché, tenendolo a debita distanza, mi diressi verso uno dei rivoletti che serpeggiavano giù per il fianco della montagna, pensando che, se forse riuscivo a fare a meno di amenità quali gli impianti idraulici in casa e le automobili, c’erano volte in cui sentivo vivamente la mancanza delle mutande di gomma con i fori per le gambe dotati di elastici. Per non parlare poi dei rotoli di carta igienica.

Trovato un buon punto di appoggio su un bello strato di foglie morte in riva al ruscello, mi inginocchiai. Stesi a terra il mio mantello e vi parcheggiai sopra Jemmy a quattro zampe, per poi togliergli il pannolino sporco senza curarmi di sganciargli la spilla balia.

«Ueeeee!» esclamò, sorpreso dall’aria fredda contro la pelle. Serrò le piccole natiche grassocce e si inarcò come un piccolo rospo rosa. «Ha», ribattei io. «Se pensi che un po’ di vento freddo su per il culo sia tutto, aspetta e vedrai». Raccolta una manciata di umide foglie gialle, lo ripulii energicamente. Da bambino abbastanza stoico qual era si dimenò parecchio ma non strillò, emettendo invece tanti acuti «Eeeeee» mentre io scavavo nelle sue fessure. Lo rigirai e, con una mano a protezione della zona a rischio, somministrai un trattamento simile anche alle sue parti intime, suscitando così un altro ampio sorriso a tutte gengive.

«Oh, tu sì che sei un ometto delle Highlands, eh?» domandai sorridendogli a mia volta.

«E cos’è che intendi esattamente con questo, Sassenach?» Alzai lo sguardo e mi ritrovai di fronte Jamie, appoggiato contro un tronco dall’altra parte del ruscello. I colori del suo tartan di gala e della camicia di lino bianco spiccavano vividi contro le tinte sbiadite del fogliame autunnale; il viso e i capelli, tuttavia, lo facevano sembrare una sorta di abitante della foresta, tutto color bronzo e rame, con il vento che gli scompigliava i capelli a tal punto che le ciocche sciolte danzavano come le scarlatte foglie d’acero sopra di lui. «Be’, a quanto pare è refrattario al freddo e all’umidità», risposi, concludendo le mie fatiche e gettando via l’ultima manciata di foglie sudice. «A parte questo… be’, non che io abbia avuto granché a che fare con i maschietti in fasce, prima d’ora, ma non ti sembra che questo qui sia piuttosto precoce?»

Jamie incurvò un angolo della bocca, mentre scrutava la parte anatomica rivelata dalla mia mano. La piccola appendice se ne stava ritta come il mio pollice, e più o meno delle stesse dimensioni. «Ah, no», replicò. «Ho visto parecchi bambini nudi, e di tanto in tanto gli capita, quella cosa lì». Strinse le spalle, e il suo sorriso si allargò. «Ora, se succede solo agli scozzesi, non saprei proprio…»

La Croce di Fuoco, Capitolo 1, Beata la Sposa sulla quale splende il sole

Jamie insegna ai piccoli Jemmy e Germain a nuotare

Lentamente, il suo sguardo si spostò dalle ceneri a Jem, e poi si fissò di scatto sui due bambini, che la guardavano ghignando, coperti di fango dalla testa ai piedi. «Guardatevi!» disse, lo sgomento attenuato dalla rassegnazione. «Come avete fatto a sporcarvi tanto?» «Oh, non è difficile, ragazza», le assicurò il padre, che si alzò in piedi con un ghigno. «Ma il rimedio è semplice.» Si chinò, afferrò Germain per il retro della camicia e il fondo dei calzoni, e poi lo sollevò dalla roccia e lo gettò nella pozza sottostante.

«Anch’io, anch’io! Anch’io, nonno!» Jemmy saltellava per l’eccitazione, mandando zolle di terra in tutte le direzioni. «Oh, aye. Anche tu.» Jamie si chinò ad afferrare il nipote per la vita, e lo lanciò in aria facendogli svolazzare la camicia, prima che Brianna avesse il tempo di gridare: «Non sa nuotare!» La sua protesta coincise con un poderoso splash, nel momento in cui Jem finì in acqua e affondò come un sasso. Bree stava già andando verso il bordo, pronta a tuffarsi dopo di lui, quando il padre le mise una mano sul braccio per fermarla. «Aspetta un momento», disse. «Come fai a sapere se sa o non sa nuotare, se non lo lasci provare?» Germain stava già sfrecciando verso la riva, i capelli lisci e biondi resi scuri dall’acqua.

Ma Jemmy emerse alle sue spalle, schizzando e sputacchiando, e lui si immerse e si girò come una lontra per riemergere al suo fianco. «Muovi le gambe!» gli gridò, sollevando un enorme schizzo d’acqua per fargli vedere. «Mettiti sulla schiena!»

Jemmy smise di agitarsi, fece come gli aveva detto e cominciò a scalciare come un folle.
I capelli gli stavano incollati al viso e l’acqua sollevata dai suoi sforzi doveva avergli annebbiato completamente la vista… ma continuò a scalciare valorosamente, incoraggiando urla da parte di Jamie e Germain.
La pozza non misurava più di tre metri, e in pochi secondi raggiunse la secca lungo la sponda opposta, finendo tra le rocce e colpendone una con la testa. Si fermò, dimenandosi debolmente nell’acqua bassa, quindi balzò in piedi, grondante, e si scostò i capelli dal viso. Sembrava stupito.
«So nuotare!» gridò. «Mamma, so nuotare!»

«Fantastico!» rispose lei, lacerata tra un orgoglio estatico e l’urgenza di correre a casa per dirlo a Roger, e visioni tremende di Jemmy che saltava sventatamente in pozze senza fondo e rapide disseminate di rocce, spinto dall’incauta illusione di aver imparato a nuotare. Ma ormai si era bagnato i piedi, senza dubbio; e indietro non si poteva tornare.
«Vieni qui!» Si chinò verso di lui, battendo le mani. «Puoi tornare da me? Andiamo, nuota fino a qui!»

La guardò senza espressione per un istante, e poi spostò gli occhi sull’acqua increspata della pozza. L’iniziale vampata di eccitazione scomparve.
«Mi sono dimenticato come si fa», disse, e gli angoli della bocca s’incurvarono verso il basso, donandogli un’espressione afflitta. «Non lo so più fare!»
«Buttati e scalcia!» gridò Germain, pronto ad aiutarlo dal suo posatoio sulla roccia.
«Puoi farcela, cugino!»
Jemmy fece due passetti goffi in acqua ma si fermò, il labbro tremante, mentre la paura ela confusione erano sul punto di sopraffarlo.

«Resta lì, a chuisle! Sto arrivando!» gridò Jamie, e si tuffò deciso nella pozza, una lunga striscia pallida sott’acqua, con le bolle che gli salivano dai capelli e dai pantaloni al ginocchio. Riemerse davanti a Jemmy, buttando fuori l’aria e scrollando la testa, mentre si toglieva dal viso le ciocche bagnate di capelli rossi.

«Vieni, ometto», disse, girandosi sulle ginocchia e dando la schiena a Jemmy. Si girò a guardarlo, battendosi la spalla. «Tieniti a me, aye? Torneremo insieme, a nuoto.»

E così fecero, scalciando e sollevando schizzi d’acqua, nuotando a cagnolino senza troppa grazia. Gli strilli di gioia del bambino furono riecheggiati da Germain, che era saltato in acqua per nuotare accanto a loro. Una volta che si furono trascinati sulla roccia, rimasero tutti e tre lì sdraiati in una pozza d’acqua, ansimando e ridendo ai piedi di Brianna.

«Be’, adesso siete più puliti», osservò lei, giudiziosa, spostando il piede da un rivolo d’acqua che partiva dai tre corpi distesi. «Devo ammetterlo.»

«Certo che lo siamo.» Jamie si tirò su a sedere, strizzandosi la lunga coda di capelli.

Nevi Infuocate, Capitolo 49, Il veleno del vento del Nord

Il piccolo Jemmy nota le cicatrici sulla schiena di nonno Jamie

Outlander Season 5 Episode 11, Journeycake

[…] «Quello cos’è, nonno?» Jemmy si era alzato in piedi, i capelli bagnati ritti a formare delle punte rosse, e stava osservando curioso la sua schiena. Provò ad allungare un dito, e tracciò una delle tante cicatrici, lunghe e ricurve. «Cosa? Oh… quello.» Per un attimo, Jamie si fece bianco in volto. «È… ah…»

«Una volta, delle persone cattive hanno fatto del male al nonno», lo interruppe Bree, chinandosi per prendere in braccio il bambino. «Ma è stato tanto tempo fa. E adesso sta bene. Ehi, ma quanto pesi!»

«Il babbo dice che forse Granpère è un silkie», osservò Germain, osservando la schiena del nonno con attenzione. «Come suo padre prima di lui. Quelle persone cattive ti hanno trovato con addosso la tua pelle da silkie, e hanno cercato di tagliartela? Così sarebbe tornato uomo», spiegò concreto, sollevando gli occhi verso il cugino, «e avrebbe potuto ucciderle con la sua spada.»

Jamie lo stava fissando. Ammiccò, e si strofinò di nuovo il naso.

«Oh. Aye. Um. Aye, credo sia andata proprio così. Se è quello che dice il tuo papà.»

«Che cos’è un silkie?» chiese Jemmy, stupito ma interessato. Si dimenò tra le braccia di Brianna, per farsi mettere giù, e lei lo posò di nuovo sulla roccia.

«Non lo so», ammise Germain. «Ma ha il pelo. Che cos’è un silkie, Grandpère?»

Jamie chiuse gli occhi per ripararsi dal sole che tramontava, e si passò una mano sul viso, scuotendo lievemente la testa. Bree pensò stesse sorridendo, ma non avrebbe saputo dirlo con sicurezza.

«Ah, bene», fece lui, raddrizzando la schiena, aprendo gli occhi e gettando all’indietro i capelli bagnati. «Il silkie è una creatura che assume le sembianze di uomo quando è sulla terraferma, ma diventa foca quando s’immerge nell’acqua. E la foca», aggiunse, anticipando la domanda di Jemmy, «è un grosso animale liscio che abbaia come un cane, ha le dimensioni di un bue e la bellezza della notte più nera. Vive nel mare, ma qualche volta balza sulle rocce lungo la costa.»

«Tu le hai viste le foche, Grandpère?» chiese Germain, ansioso.

«Oh, molte volte. Ce ne sono molte che vivono lungo le coste della Scozia.»

«La Scozia?» gli fece eco Jemmy, sgranando gli occhi.

«Ma mère dice che la Scozia è un bel posto», osservò Germain. «Ogni tanto piange, quando ne parla. Ma non sono sicuro che mi piacerebbe.»

«Perché no?» chiese Brianna.

«Perché è pieno di giganti e di cavalloni, e di… cose», rispose, aggrottando le sopracciglia. «E non mi va proprio di incontrare nessuno di essi. E poi c’è il parritch, dice Maman. Ma quello l’abbiamo anche qui.»

«Già. E sarebbe ora che tornassimo a casa per mangiarne un po’.» Jamie si alzò in piedi e si stirò, gemendo di piacere. Il sole del tardo pomeriggio inondava la roccia e il torrente di luce dorata, che risplendeva sulle guance dei bambini e sui peli biondi sulle braccia di suo padre.

Jemmy si stirò e gemette come il nonno, con atteggiamento di venerazione, e Jamie rise.

«Andiamo, pesciolino. Vuoi un passaggio fino a casa?» Si chinò per permettere a Jemmy di salirgli sulla schiena, poi si raddrizzò e si sistemò il peso del bambino, e allungò una mano ad afferrare quella di Germain.

[…] Germain cantava sommessamente tra sé e sé, sempre aggrappato alla mano del nonno, la testolina bionda che si chinava avanti e indietro come un metronomo.

Jemmy sospirò, beato ed esausto, circondando la vita del nonno con le gambe, e il collo con le braccia, e appoggiando una guancia arrossata dal sole sulla sua schiena segnata. Poi dovette venirgli in mente qualcosa, perché sollevò la testa e stampò un sonoro bacio in mezzo alle scapole di Jamie.

Lui sussultò, e per poco non lo fece cadere. Si lasciò andare a un verso acuto, che fece ridere Brianna.

«Così va meglio?» chiese serio Jem, raddrizzandosi e cercando di guardare in faccia il nonno.

«Oh, aye, ragazzo», gli assicurò lui, mentre il viso gli si contraeva. «Molto meglio.»

C’erano interi sciami di moscerini, adesso. Brianna allontanò una nuvola che le ronzava davanti al viso, e ne schiacciò uno che si era posato sul collo di Germain.

«Ak!» fece lui, incurvando le spalle. Ma, per nulla disturbato, ricominciò a cantare «Alouette».

[…] Spostò lo sguardo dalle due teste rosse a Germain che, sottile come un giunco, camminava con grazia tra ombre e luci, senza smettere di cantare. E non poté fare a meno di pensare quanto gli uomini fossero belli.

«Chi erano i cattivi, nonno?» chiese assonnato Jemmy, con la testa che rimbalzava al ritmo dei suoi passi.

«Sassunaich», rispose brevemente Jamie. «Soldati inglesi. »

«Le canaille inglesi», amplificò Germain, interrompendo la sua canzone. «Sono stati sempre loro a tagliare la mano al mio papà.»

«Davvero?» Jemmy sollevò la testa un istante, sull’attenti, per poi lasciarla cadere nuovamente tra le scapole di Jamie, con un tonfo che lo fece grugnire. «Li hai uccisi con la tua spada, nonno?»

«Qualcuno.»

«Quando sarò grande, li ucciderò io», dichiarò Germain. «Se ce ne saranno ancora.»

«Suppongo di sì.» Jamie tirò un po’ più su Jem, e lasciò andare la mano di Germain per stringersi al corpo le gambette molli del nipotino.

«Anch’io», mormorò quest’ultimo, con le palpebre che si abbassavano. «Li ucciderò anch’io.»

Giunti alla biforcazione del sentiero, Jamie restituì a Brianna il piccolo, che ora dormiva profondamente, e riprese la sua camicia.

Nevi Infuocate, Capitolo 49, Il veleno del vento del Nord

Jamie dice addio a Jemmy

Jamie abbassò gli occhi sul nipotino, che gli teneva la mano e continuava a spostare lo sguardo dal padre al nonno, mentre il suo viso esprimeva confusione, terrore e desiderio.
«Se un giorno, a bhailac», gli disse Jamie in tono colloquiale, «dovessi incontrare un grosso topo di nome Michael… digli che tuo nonno gli manda i suoi saluti.» A quel punto aprì la mano e lo lasciò andare, indicando Roger con un cenno.

Cannoni per la libertà, Capitolo 68

Claire visita Marsali, Fergus e la loro famiglia numerosa a Philadelphia per aiutarli con Henri-Christian

Outlander Season 5 Episode 8, Famous Last Words

Quei pensieri morbosi furono interrotti dal ritorno di Marsali, accompagnata da Henri- Christian che correva accanto a lei.
«Grandmère!» gridò quando mi vide, e balzò tra le mie braccia. Per poco non mi fece cadere: era un bimbetto decisamente robusto!
Strofinò affettuosamente il naso contro il mio collo, mentre io venivo invasa da una calda ondata di gioia: lo abbracciai e lo baciai, veemente, e riuscii a colmare almeno in parte il vuoto che si era creato nel mio cuore dopo la partenza di Jem e Mandy. Lontana dalla famiglia di Marsali, in Scozia, avevo quasi scordato di avere ancora quattro deliziosi nipoti,
e quella rinnovata consapevolezza giunse immensamente gradita.

«Vuoi vedere un trucchetto, Grandmère?» gracchiò il bambino, ansioso. Marsali aveva ragione: sembrava una rana toro costipata. Tuttavia, annuii, e lui balzò a terra e tirò fuori da una tasca tre sacchettini di cuoio contenenti crusca, che cominciò a far volteggiare in aria con sorprendente destrezza.

«Gliel’ha insegnato suo padre»; disse Marsali, con una punta d’orgoglio.
«Quando sarò grande come Germain, Papà insegnerà anche a me a derubare la gente!»
Marsali sussultò e si portò una mano alla bocca.
«Henri-Christian, queste cose non si dicono», lo rimproverò, severa. «A nessuno. Hai capito bene?»

Il prezzo della vittoria, Capitolo 37, Distacco e Unione

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Chiara

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