Diana Gabaldon ci porta dietro le quinte di Go Tell The Bees That I Am Gone e qualche indizio sul Libro 10 – VIDEO INTERVISTA

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diana gabaldon

Sono passati solo pochi mesi dall’uscita del penultimo capitolo della saga letteraria di Outlander, eppure chi ha letto Go Tell The Bees That I Am Gone, ancora inedito in Italia, ha già mille domande che si aggirano nella mente. Per fortuna, c’è la serie televisiva, che con la stagione 6, come sottolinea anche Diana Gabaldon, sta facendo un ottimo lavoro di adattamento del sesto libro, includendo più scene dai libri e lavorando sull’anima dei personaggi.

Noi di Survived The Shows abbiamo avuto il grandissimo piacere di intervistare Diana Gabaldon e discutere con lei gli argomenti più clou del suo ultimo libro Go Tell The Bees That I Am Gone, qualche indizio su cosa ci aspetterà nel libro finale della saga di Outlander e cosa ne pensa dell’adattamento televisivo del sesto libro, A Breath of Snow And Ashes.

Si può dire che i libri di Outlander si compongano letteralmente come un puzzle nella mente di Diana Gabaldon.

Una scena alla volta non per forza in ordine cronologico, una scena che può essere tanto riempitiva come fondamentale. E vista la grandezza di Go Tell The Bees That I Am Gone, nonché i diversi intrecci che presenta – “ha ben 7 diverse storie al suo interno che si intrecciano per poi ricongiungersi alla fine” – non c’è da stupirsi che i suoi Droughlander letterari siano così lunghi. Allo stesso tempo però durante quel grande periodo di attesa, la Gabaldon si è dedicata alla scrittura di altri libri. Alcuni appartenenti al genere non-fiction come il Outlandish Companion, altri invece di fiction come la saga di Lord John e le novelle.

Come ben sappiamo i suoi libri non mancano mai di grandi colpi di scena, così come di emozioni, divertimento e azione.

Quest’ultimo libro in particolare ha visto, tra i suoi colpi di scena più inaspettati, il ritorno di Ulisse, amante di Jocasta Cameron e suo maggiordomo, a Fraser’s Ridge come membro della Guardia Nera del Governo Inglese, minacciandoli di portargli via il terreno. Diana racconta com’è arrivata a sviluppare questo colpo di scena, che la sua mente ha estrapolato al seguito di varie ricerche storiche, ma spiega che la nozione per cui Ulisse sarebbe tornato l’accompagnava da quando l’abbiamo visto lasciare River Run.

“Questo genere di cose di solito escono durante la creazione del libro, in genere non so molto prima di cominciare a scrivere. E poi inizio a fare ricerche, ovviamente, e varie cose vengono fuori da queste ricerche. Ed è lì che ho scoperto l’esistenza dei cosiddetti Black Pioneers di Sua Maestà, i soldati neri che combattono per l’esercito inglese. Quell’elemento mi è rimasto in mente per un po’ di tempo perché riuscivo proprio ad immaginarvi Ulisse che alla fine si sarebbe unito a loro. Sapevo che quando ha lasciato l’abitazione di Jocasta avrebbe cercato un posto per sé nel mondo ed a quel tempo [unirsi ai Black Pioneers] era il modo più semplice per un uomo di colore per farsi una buona carriera.

[…] Il Governatore della Virginia, che stava affrontando una ribellione al tempo, arruolò dei soldati di colore, come dicono i registri storici. Quindi [Ulisse] è andato lì. E’ lì. Non è così tanto lontano dal Nord Carolina e mi sono detta ‘probabilmente è complottista’ perchè per come lo abbiamo visto nei libri precedenti sì, siamo in suo favore, è l’amante di Jocasta, ma allo stesso tempo pensiamo che abbia ucciso suo marito […] è un uomo spietato… siamo contenti che se ne sia andato, ma rimane sempre un uomo spietato, il che significa che fa le cose senza pensarci.

Ora si è unito all’esercito a combattere e cose del genere, ma avrà nostalgia di Jocasta. Tuttavia non può tornare da lei perchè verrebbe reso di nuovo uno schiavo se venisse catturato, né avvicinarsi a lei perchè la metterebbe in pericolo. Ciò lo rende estremamente frustrato. Ma poi con la Rivoluzione Americana le cose iniziano a cambiare. Può essere a capo di una propria compagnia, non solo essere un soldato. Ha molto più libertà di movimento e non potrebbe essere reso di nuovo schiavo perchè non c’è più alcun governo nella Carolina del Nord. Essenzialmente è libero per la prima volta da quando ha lasciato River Run, sapete, libero di andare ovunque volesse.

Quindi, vuole sapere dove è Jocasta. Sa dov’è Jamie, perchè essendo coinvolto nel Governo ha sentito di Fraser’s Ridge e la concessione terriera, e tutto. Nel corso degli eventi, vede il documento della concessione. Sa che Jamie è cattolico, così come Jocasta e tutta la famiglia. E Jamie ha giurato per iscritto di non esserlo, ma ciò è stato fatto con il benevolere del Governatore, nonostante sia ad ogni modo illegale. Ma, sapete, arriviamo a questo punto dove Ulisse non sa che i Britannici perderanno, pensa come circa l’80% degli Americani che avrebbero. In quel caso avrebbe potuto portare avanti il suo piano e confiscargli la terra. Quindi arriva a fare questo accordo politico che lo porta a fare ciò che ha fatto.”

Diana Gabaldon parlando del colpo di scena di Ulisse
Un altro particolare sconvolgente che ha segnato quello che è stato il corso degli eventi per i Fraser in Go Tell The Bees That I Am Gone è la diagnosi di un disturbo cardiaco a Brianna a seguito del viaggio nel tempo attraverso il cerchio di pietre ad Ocracoke.

L’elemento è spiccato alla mente di Diana quasi per caso, parlando con una persona dopo l’altra che soffriva di fibrillazione atriale. “Era come se qualcuno cercasse di dirmi qualcosa” aggiunge la Gabaldon. Al che ha iniziato a pensare, come succede sempre quando lavora su qualcosa, al funzionamento del viaggio nel tempo.

“Sapevo già che Buck, il bis bis bis bis nonno di Roger, quando è tornato nel passato con lui ha avuto una specie di infarto e ho pensato ‘Va bene, questo ha senso. E’ molto stressante…’. C’era bisogno di mostrare alla gente che in realtà il viaggio nel tempo è qualcosa di pericoloso. Non è come entrare in un’ascensore e andare da qualche parte. Devi pensaci a lungo prima di provarci. Ed è per quello che ovviamente Buck ha subito un tale danno al cuore. Roger inizialmente sta male ma poi invece si riprende quindi ho pensato che potesse colpire di più certe persone rispetto ad altre.

Ad ogni modo, ad un certo punto ho visto Brianna che aveva in qualche modo uno di questi attacchi e rimanerne sconvolta e c’era invece una volta in cui Claire era lì e andava subito da lei. Ecco da dove è cominciato tutto, da quella rivelazione, ma poi ovviamente inserendo momenti precedenti della storia in cui lei stessa lo sente”

Diana Gabaldon parlando del disturbo cardiaco di Brianna
Un personaggio che negli ultimi libri ha fatto letteralmente i salti morali e visto la sua vita e le sue certezze andare a rotoli è William.

Non proprio amato da tutti in quanto nato da una relazione extraconiugale di Jamie con Ginevra Dunsany durante gli anni di prigionia dopo Culloden, Willie ha saputo dimostrare di avere la stoffa di un Fraser ma con la dolcezza e il buon cuore di Lord John Grey, uomo che fa da filo conduttore, come abbiamo avuto modo di discutere con Diana, tra il ragazzo e Jamie al seguito della grande rivelazione della sua paternità. Quel momento ha rappresentato per William una svolta, il crollo del castello di carte della sua vita, che lo porterà ad affrontare una crisi personale e a ritrovare se stesso alla fine.

Viste le sfighe che sono capitate a William negli ultimi capitoli della storia, la domanda viene automatica: avrà mai una gioia nella sua vita? Secondo Diana Gabaldon sì!

“Ha avuto varie esperienze, [ha trovato] dei buoni amici lungo la via come gli Hunter, John Cinnamon e altri, ed è maturato ovviamente. La sua vita è cambiata. Non solo per via di chi è, in quella situazione di scoprire chi è, che l’ha scosso e inquietato in modo profondo. Ma anche perché si trova nel bel mezzo di una guerra, che sta cambiando il mondo intero come sapete. E per lo meno per trovare un primo posto in quel mondo si è unito all’esercito, ma poi sente di non provare più alcun genere di rabbia, né di posto [in quel mondo]. E’ qualcosa di molto duro da affrontare per lui, così come lo è per me, trovarsi in qualsiasi genere di situazione e sarà drammatico perché ci sarà conflitto interno, insicurezza, preoccupazione, paura e cose del genere che si aggirano in lui.

Diana Gabaldon su William e i suoi sviluppi

Nonostante tutti i drammi e conflitti che Willie deve attraversare, ha anche avuto modo di esprimere il suo lato da affascinatore con Amaranthus Grey. Moglie del suo non-defunto cugino Ben nonché uno dei personaggi più enigmatici di questo nono capitolo della saga di Outlander.

“Tutti sospettano che sia una cattiva ragazza, ma non si sa, non si sa ancora. [ride] Potrebbe esserlo, e ripeto potrebbe avere qualcosa in mente ma ancora non sappiamo cosa.”

Diana Gabaldon su Amaranthus Grey

Nonostante la Gabadlon sia ben consapevole delle mille teorie che girano in rete e nei gruppi di fan di tutto il mondo su Amaranthus Grey, l’autrice non aveva mai veramente considerato, anzi escluderebbe proprio, la teoria che la vede essere una viaggiatrice nel tempo. Vorrà dirci qualcosa oppure sviarci? ?

Nessuno per altro si sarebbe aspettato (non io per lo meno) una tale presenza da parte di Frank.

Con il suo libro sulla storia degli scozzesi in America, Frank si guadagna un posto dietro le quinte all’ennesimo tentativo dei Fraser di salvaguardare il loro destino – e anche il ruolo di espediente comico, aggiungo, nelle scene di Jamie che legge il suo libro e si immagina il fantasma di Frank a perseguitarlo.

Diana ci racconta come abbia generato tutta quella serie di eventi nel libro in modo abbastanza organico. Sapeva già da un po’ che Frank avrebbe scritto un libro, o possibilmente più di uno, dal momento che è ciò che fanno gli storici. E tra i tanti argomenti su cui potrebbe fare ricerca dal punto di vista storico, quello che gli interessa di più è senza dubbio Jamie, o meglio Jamie insieme a Claire.

“Cerca negli archivi storici e li trova tutti, Jamie e Claire come una coppia sposata. Fraser’s Ridge. Jamie è documentato abbastanza bene a livello storico, dal momento che, sapete, firma dei documenti, fa affari e così via. Ci sono ancora molte tracce sue che devono ancora essere trovate. L’unica difficoltà è che il suo nome è molto comune. Ci sono molti James Fraser e per questo ci sarà bisogno di fare ulteriori ricerche per essere sicuri di cercare quello giusto – il che potrebbe avere un qualche ruolo nella prossima storia, non si sa – ma ad ogni modo Frank ha scoperto abbastanza [su Jamie] ed ha forti sospetti che Jamie sarebbe morto nella battaglia di Kingstown.

Magari non ha trovato nessun’altra traccia di Jamie e pensa che sia morto perchè sa dalla corrispondenza tra Jamie e gli uomini dell’alta montagna, che stava mettendo insieme una milizia e sarebbe andato a combattere là. […] L’unico modo che aveva per comunicare queste informazioni era di scrivere questo libro e sperare che Brianna lo leggesse, così che se fosse tornata indietro per cercare suo padre gliel’avrebbe detto […] Sente sempre questo senso di obbligo verso Jamie.”

Diana Gabaldon sul ruolo profetico di Frank

Un altro momento clou di Go Tell The Bees That I Am Gone è senza dubbio il momento in cui Claire riesce a riportare Jamie in vita sul campo di battaglia di Kingstown per mezzo della ‘luce blu’. Questo misterioso potere curativo, ereditario e tipico dei viaggiatori nel tempo, anche se non tutti lo hanno, e che riesci a mettere in pratica solo in vecchiaia.

In particolare, abbiamo chiesto a Diana riguarda quanto questa resurrezione di Jamie potrebbe essere legata al mistero riguardante il fantasma di Jamie che fa visita a Claire ad Edimburgo nel 1945. L’autrice svia in qualche modo la domanda, spiegando come non sappia quanto questo possa c’entrare col mistero del fantasma Tuttavia ci siamo appena guadagnati uno spiegone sulle origini della luce blu e la relazione al gene del viaggio nel tempo.

“Nel corso dei libri vediamo Brianna e Roger che laborano a questo manuale per i loro figli. Cercano di mettere per iscritto tutto ciò che sanno sul funzionamento del viaggio nel tempo, quindi ci svelano alcune prove che lo riguardano nel corso di tutta la storia […] Ipotizzano, fanno teorie ma non sono sicuri al 100% di queste cose. Quindi mano a mano che vanno avanti in questo processo scoprono sempre di più su come tutto ciò funziona.

Ma a quanto pare, una delle cose per cui il viaggio nel tempo funziona è perché é genetico. E sapete, molte informazioni viaggiano in un solo cromosoma. Quindi se prendi questo specifico cromosoma o parte di esso da un antenato potrebbero esserci anche ben più cose che l’abilità di viaggiare nel tempo. Una delle cose che alcuni tra questi viaggiatori hanno sembra essere quest’abilità curativa. Alcuni la vedono, ma la maggioranza no, come una luce blu, la quale appartiene, sapete, al proprio campo energetico. Ognuno di noi ha ciò che viene chiamata ‘aura’, un campo energetico…”

Quali informazioni riusciti a captare da Diana sul libro 10, il quale non ha ancora un titolo?
  • Il libro si aprirà a Maggio 1781 e si concluderà a Ottobre 1781, data della Battaglia di Yorktown e dichiarazione d’Indipendenza dell’America.
  • Esplorerà un grande capitolo di storia quale la Guerra D’Indipendenza Americana.
  • Risolverà il mistero della profezia del sovrano scozzese sul trono d’Inghilterra
  • Nel corso del libro avremo modo di esplorare a fondo il rapporto tra Jamie e William
Parlando dell’adattamento del suo sesto libro A Breath of Snow and Ashes (in italiano, Nevi Infuocate e Cannoni per la libertà), Diana si complimenta con gli autori per il grande lavoro fatto con Outlander 6, che descrive come la sua stagione preferita dopo la prima.

L’autrice non poteva che essere contenta del fatto che la stagione si attenga così tanto ai libri, “che è sempre una buona cosa dal mio punto di vista” aggiunge la Gabaldon “e anche per i lettori, fortunatamente.”

“Hanno fatto davvero un buon lavoro. Molti dei dialoghi sono tratti dal libro, così come molte delle sottotrame. Sapete, si tratta di un prodotto televisivo organizzato in tempi molto stretti, in quanto dovevano fare tutto in 8 episodi invece che 12. Sono riusciti a mettere insieme le cose legate in modo più stretto. Per altro il tutto risulta molto intenso nel corso di tutta la stagione. Quindi sì, mi è piaciuta molto!”

Diana Gabaldon sul lavoro degli autori in Outlander 6

Ovviamente, come sottolinea l’autrice, ci sono sempre delle scene che lei avrebbe voluto che includessero nella serie, perchè non c’è abbastanza spazio per tutto

Diana racconta come ci sia una costante dialogo tra lei e gli autori della serie. La produzione le mostra costantemente i copioni di ciò che andranno a fare nella serie e lei segnala se vede qualcosa che cattura la sua attenzione, come errori o cose che possono essere gestite, dal suo punto di vista, in modo diverso.

“Alle volte mi ascoltano e altre no” racconta la Gabaldon col sorriso. “Alle volte mi è capitato che notassi qualcosa [nei copioni] e allora gli dicevo ‘Sapete che qui potreste aggiungere una battuta qui che dice questo e aiuterebbe a raggiungere questo particolare scopo’. Oppure noto che magari ho fatto notare quel piccolo discorso in particolare e poi non è stato incluso negli spezzoni giornalieri. quindi chiedo ‘avete intenzione di usarlo da qualche altra parte o comunque reintegrarlo?’ e spesso lo fanno, specialmente se è qualcosa di piccolo, ma sapete non è qualcosa che possono fare sempre. Non c’è spazio per tutto”:

Aggiunge in seguito: “C’è questo genere di comunicazione tra noi. Io gli faccio notare certe cose e loro ascoltano, ne tengono in conto. Non sempre riescono a fare ciò che voglio, o non sempre concordano con me., ma ascoltano sempre e questo significa che continueremo a parlarne.”

Se potesse scegliere un personaggio dell’universo di Outlander che sente più vicino a lei, Diana sceglierebbe Jamie Fraser, il quale presenta più caratteristiche simili alla sua persona rispetto agli altri. In tutto questo però si può dire che lei è letteralmente ogni personaggio di quell’universo, dato che ciascuno di essi presenta elementi provenienti dalla sua personalità.

“C’è un gruppo di fan qui del posto che ogni tanto mi invita a prendere il thè fuori in primavera e spremere un po’ le mie meningi e magari tirare fuori interviste come questa. In una di queste occasioni hanno iniziato a parlare di Black Jack Randall e erano tipo ‘Oh è così cattivo, mi fa venire i brividi, semplicemente lo odio’. E io stavo sorseggiando il mio thè e pensavo ‘Non avete proprio idea che state parlando con Black Jack Randall, vero?’ perché ovviamente non ne avevano idea. Ma se non viene da me, da chi altro potrebbe provenire?”

Diana Gabaldon

Go Tell the Bees That I Am Gone uscirà in traduzione italiana targata Mondadori Oscar Vault nei prossimi mesi mentre la Stagione 6 di Outlander debutterà su Sky Serie il prossimo 26 Aprile.

Continuate a seguirci per altre novità su Outlander 6 ed il suo cast!

Chiara

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