Outlander – Libri vs Serie TV: Il confronto tra Claire e Malva!

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Come la maggior parte dei fan di Outlander sanno (o meglio dovrebbero sapere) la serie televisiva di Outlander ed i suoi libri non sono esattamente la stessa cosa. In questa nuovissima rubrica vi esporremo alcuni elementi di differenza tra il dramma storico-fantastico della STARZ, Outlander, e la saga letteraria di Diana Gabaldon a cui è ispirato: vediamo più da vicino il caso del confronto con Malva dopo le sue accuse ai Fraser!

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Outlander – Libri vs Serie TV: Il confronto tra Claire e Malva!

Il confronto con Malva Christie a seguito delle sue accuse ai Fraser in Outlander 6

Come molti sapranno, e altrettanti no, le dinamiche circa il confronto con Malva, dopo che questa accusa Jamie di averla stuprata e messa incinta sono un elemento di divergenza tra la serie televisiva ed i libri di Outlander.

Infatti, a differenza dei libri di Diana Gabaldon, dove è Roger ad andare da Malva per chiarire la situazione, nella serie TV vediamo Claire stessa che si reca a casa dei Christie per chiedere spiegazioni alla giovane per le accuse da lei fatte.

La versione letteraria

Tratto da Cannoni per la libertà, Capitolo 29 “Il beneficio del dubbio”

«È una maledetta bugia!»

«Certo che sì.» Roger guardò la moglie, cauto; mostrava tutti i sintomi di un grosso congegno esplosivo la cui misurazione dei tempi era piuttosto instabile, e lui aveva la netta sensazione che non fosse prudente starle vicino.

«Quella puttanella! Voglio solo afferrarla per il collo e strangolarla fino a farle dire la verità!» La mano si chiuse convulsamente intorno al collo della bottiglia dello sciroppo, e Roger allungò un braccio per togliergliela prima che la rompesse.

«Capisco l’impulso. Ma, tutto sommato… credo sia meglio non farlo.»

Lei gli lanciò un’occhiata torva, ma lasciò andare la bottiglia.

«Non puoi fare qualcosa tu?» gli chiese.

Se lo stava chiedendo da quando aveva saputo delle accuse di Malva.

«Non lo so. Ma ho pensato di andare a parlare con i Christie, se non altro. E, se riuscirò a rimanere solo con lei, ci proverò.» Ripensando al suo ultimo tête-à-tête con la giovane, tuttavia, ebbe la sgradevole sensazione che non sarebbe stato tanto facile smuoverla dalla sua posizione.

Brianna si sedette, lanciando un’occhiata arcigna al piatto con i dolcetti di grano saraceno, e cominciò a spalmarli di burro. La furia cominciava a cedere il passo alla razionalità. Roger vedeva sfrecciare le idee dietro i suoi occhi.

«Se riesci a farle confessare che è una bugia», disse lentamente, «siamo a posto. Altrimenti… dovremo scoprire con chi è stata. Se qualcuno ammettesse pubblicamente di poter essere il padre… se non altro creeremmo un dubbio.»

«Giusto.» Mise un goccio di sciroppo sui suoi dolcetti; nonostante l’incertezza e l’ansia della situazione, riuscì a godersene l’odore denso e scuro, anticipandone la rara dolcezza. «Ma qualcuno resterebbe convinto della colpevolezza di Jamie. Ecco, tieni.»

«L’ho vista baciare Obadiah Henderson nei boschi», disse Bree, prendendo la bottiglia che le stava porgendo. «Alla fine dell’autunno passato.» Rabbrividì, a disagio. «Se è stato lui, non c’è da meravigliarsi che non voglia dirlo.»

Roger la osservò attentamente. Conosceva Obadiah: era grosso e rozzo, ma non era affatto di aspetto sgradevole, e non era stupido. Alcune donne l’avrebbero considerato un buon partito; possedeva quindici acri di terra che coltivava con competenza, ed era un abile cacciatore. Ma non aveva mai visto la moglie nemmeno rivolgergli la parola.

«Non ti viene in mente nessun altro?» gli chiese, ancora accigliata.

«Be’… Bobby Higgins», rispose, sempre guardingo. «Anche i Beardsley le lanciavano qualche occhiata, ma è ovvio che…» Ebbe l’orrenda sensazione che questa linea

di indagine sarebbe culminata con Brianna che lo scongiurava di andare a rivolgere domande imbarazzanti riguardo a tutti i presunti padri… Un procedimento che gli parve alquanto inutile e pericoloso.

«Perché?» chiese, infilzando con cattiveria la sua torretta di frittelle. «Perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Mamma è sempre stata gentile, con lei!»

«I motivi sono due», le rispose, e poi si fermò un momento e abbassò le palpebre, per assaporare meglio la decadenza del burro sciolto e dello sciroppo liscio come velluto sui dolcetti caldi, appena sfornati. Deglutì e, controvoglia, riaprì gli occhi.

«Primo: il vero padre è un uomo che, per una ragione qualunque, non vuole sposare; secondo: ha deciso di mettere le mani sul denaro o sulle proprietà di tuo padre, inducendolo a dare dei soldi a lei o, se non ci riuscisse, al bambino.»

«Oppure sono vere entrambe le cose. Cioè, non vuole sposare chi l’ha messa incinta, chiunque lui sia, e vuole i soldi di papà. Non che ne abbia…»

«Giusto.»

[…]

Non era impossibile. Quel pensiero continuava a tornargli in mente e a tormentarlo, come un sassolino nella scarpa. Jamie Fraser era un uomo d’onore, ed era profondamente innamorato della moglie, e la malattia di Claire l’aveva fatto sprofondare nella disperazione. Roger aveva temuto per lui quasi quanto per Claire: gli occhi incavati, le mascelle risolute, aveva vissuto quelle giornate torride e interminabili infestate dalla morte senza mangiare, senza dormire. A tenerlo in piedi era stata solo la forza di volontà.

Aveva provato a parlargli di Dio e della vita eterna, a riconciliarlo con ciò che sembrava inevitabile, solo per essere respinto dal suo sguardo furente al pensiero che Dio potesse prendersi sua moglie; e alla furia era seguita la più completa disperazione, quando Claire era caduta in uno stato di incoscienza simile alla morte. Non era da escludere che l’offerta di un momento di conforto fisico, fatta in quel vuoto desolato, si fosse spinta oltre rispetto alle intenzioni di entrambi.

Ma erano all’inizio di maggio, e Malva Christie era incinta di sei mesi. Il che significava che la fecondazione era avvenuta a novembre. La crisi della malattia di Claire era occorsa alla fine di settembre; ricordava vividamente l’odore dei campi bruciati che aleggiava nella stanza, quando lei si era svegliata da quella che sembrava una morte certa, con gli occhi enormi e scintillanti, sorprendentemente belli nel suo viso di angelo androgino.

Allora sì che era impossibile, maledizione. Nessun uomo era perfetto, e qualunque uomo poteva cedere in extremis… una volta. Ma non ripetutamente. E non Jamie Fraser. Malva Christie era una bugiarda.

Ora più determinato, seguì il fianco del torrente diretto al capanno dei Christie.

Non puoi fare qualcosa tu? gli aveva chiesto Brianna in preda all’angoscia. Poteva fare dannatamente poco, ma doveva provare. Era venerdì; domenica avrebbe potuto tenere un aspro sermone sui mali del pettegolezzo; e l’avrebbe fatto. Ma la sua conoscenza della natura umana gli suggeriva che qualunque beneficio derivante dalla predica avrebbe avuto vita breve.

Al di là di questo… be’, l’incontro della Loggia era fissato per mercoledì sera. Stava andando molto bene, e detestava l’idea di mettere in pericolo i fragili rapporti che si stavano creando all’interno del gruppo neonato con una riunione poco piacevole… ma, se c’era una possibilità di aiutare suo suocero… poteva essere utile incoraggiare sia Jamie sia i due Christie a partecipare? In tal modo, la faccenda sarebbe diventata di dominio pubblico e, per quanto detestabile, la conoscenza pubblica era sempre preferibile all’erbaccia infestante e ulcerosa dello scandalo sussurrato. Pensava che Tom Christie avrebbe mantenuto un comportamento appropriato e civile, malgrado la delicatezza della situazione; ma riguardo ad Allan non era altrettanto sicuro. Il giovane aveva i lineamenti e il bigottismo del padre, ma non ne possedeva la volontà di ferro, né l’autocontrollo.

Adesso però era giunto davanti al loro capanno, che aveva tutta l’aria di essere deserto. Tuttavia, sentì il tump ritmato di un’accetta che faceva a pezzi la legna da ardere, e si portò sul retro dell’abitazione.

Era Malva, che si girò sentendo il suo saluto; sul viso aveva un’espressione guardinga. Aveva delle chiazze color lavanda sotto gli occhi, e la sua pelle solitamente luminosa era offuscata. Coscienza sporca, sperò, mentre la salutava cordialmente.

«Se siete venuto per farmi rimangiare quello che ho detto, state perdendo il vostro tempo», disse in tono piatto, ignorando il suo saluto.

«Sono venuto a chiederti se vuoi parlare con qualcuno», disse. Le sue parole la sorpresero; posò l’accetta e si asciugò il viso nel grembiule.

«Parlare?» ripeté lentamente, guardandolo. «Di che cosa?»

Scrollò le spalle e le offrì un sorriso appena accennato.

«Di qualunque cosa tu voglia.» Lasciò che il suo accento si rilassasse, assumendo la tipica sfumatura della parlata di Edimburgo. «Dubito che ultimamente tu abbia avuto la possibilità di parlare con qualcuno, a parte tuo padre e tuo fratello… e loro potrebbero non essere in grado di starti semplicemente ad ascoltare.»

Un piccolo sorriso le attraversò fugacemente il viso e scomparve.

«No, non ascoltano», disse. «Ma va bene così; non ho molto da dire, sapete? Sono una puttana; che altro c’è?»

«Io non lo penso», disse Roger.

«Oh, davvero?» Si dondolò un pochino sui talloni, all’indietro, guardandolo con aria beffarda. «Come altro chiamereste una donna che allarga le gambe per un uomo sposato? Adultera, naturalmente… Ma anche puttana. O così mi hanno detto.»

Pensò che volesse scioccarlo usando un linguaggio deliberatamente volgare. In effetti ci riuscì, ma non glielo diede a vedere.

«La definirei una donna che ha sbagliato, probabilmente. Gesù non ebbe parole dure per quella che era davvero una prostituta; non sta a me farlo con qualcuna che non lo è.»

«E se siete venuto qui per citarmi qualche passo della Bibbia risparmiate il fiato per soffiare sul vostro porridge», disse, mentre il disgusto le faceva incurvare verso il basso gli angoli della bocca. «Ho sentito molto più di quanto m’interessasse.»

Probabilmente era vero. Tom Christie era il genere di uomo che aveva un verso – o forse dieci – per ogni occasione; e, se non picchiava la figlia fisicamente, quasi certamente lo faceva con le parole.

Non sapendo che cosa dire, dopo quell’osservazione, le tese la mano.

«Se mi dai l’accetta, finisco io.»

Un sopracciglio sollevato, gliela consegnò e fece un passo indietro. Roger posò un grosso pezzo di legno sul ceppo e lo spaccò in due; poi si chinò a prenderne un altro. Lei lo osservò per un momento, poi, cauta, si sedette su un ceppo più piccolo.

La primavera montana era ancora fredda, toccata dall’ultimo respiro delle nevi invernali sulle cime, ma il lavoro lo aiutò a scaldarsi. Non si scordò affatto della presenza di lei, ma tenne gli occhi fissi sul legno, sulle venature fresche del bastone appena tagliato, sulla forza che opponeva quando tentava di liberare l’accetta, e la sua mente tornò alla conversazione con Brianna.

E così, forse, Frank Randall aveva tradito la moglie. In tutta onestà, Roger non era certo di potergliene fare una colpa, conoscendo le circostanze del caso. Claire era scomparsa senza lasciare traccia, lanciandolo solo: l’aveva cercata, disperato, e poi aveva cominciato a rimettere insieme i pezzi della sua vita ed era andato avanti. Poi la moglie scomparsa era tornata, sconvolta e maltrattata… e incinta di un altro uomo.

E Frank Randall, spinto dal senso dell’onore, dall’amore o semplicemente da… che cosa, curiosità?… l’aveva ripresa con sé. Gli tornò in mente il racconto di Claire: era chiaro che lei non provava un così grande desiderio di essere accolta nuovamente dal marito. E doveva essere stato dannatamente chiaro anche per lui.

Non c’era da meravigliarsi, pertanto, se occasionalmente si era lasciato guidare dall’oltraggio e dal rifiuto… e se gli echi dei conflitti nascosti tra i suoi genitori fossero arrivati fino a Brianna: come disturbi sismici che viaggiano attraverso chilometri di terra e pietra, scosse di magma in ebollizione in profondità sotto la crosta terrestre.

E non c’era da meravigliarsi se lui stesso era stato tanto turbato dall’amicizia con Amy McCallum.

Improvvisamente, si accorse che Malva Christie stava piangendo. In silenzio, senza coprirsi il volto. Le lacrime le scorrevano lungo le guance, le tremavano le spalle; ma il labbro inferiore era serrato tra i denti; non emetteva alcun suono.

Gettò l’accetta a terra e andò da lei. Le circondò delicatamente le spalle con un braccio, cullando il capo avvolto nella cuffietta e dandole qualche pacca leggera.

«Ehi», disse dolcemente. «Non preoccuparti, aye? Andrà tutto bene.»

Lei scosse la testa, e le lacrime le scesero lungo il viso.

«No», sussurrò. «È impossibile.»

Sotto la compassione che sentiva per lei, Roger sentì crescere un barlume di speranza. Per quanto potesse essere riluttante a esplorare la sua disperazione, era determinato ad arrivare in fondo al problema. Soprattutto per il bene di Jamie e della sua famiglia. Ma anche per se stesso.

Non doveva fare troppe pressioni, però; non doveva avere fretta. Malva doveva imparare a fidarsi di lui.

Così continuò a darle pacche leggere, a strofinarle la schiena come faceva con Jem quando si svegliava dopo aver fatto un incubo; le sussurrava qualche parola senza significato, per calmarla, e sentiva che cominciava ad abbandonarsi. Ma lo faceva in un modo quasi fisico, come se la sua carne si stesse aprendo, sbocciando lentamente sotto il suo tocco. […]

La versione televisiva

Qualche tempo dopo la visita a Fraser’s Ridge della giovane Christie, in compagnia di suo padre e suo fratello, incinta e con lo scopo di accusare Jamie di averla stuprata e spingerlo a prendersi le sue responsabilità, è Claire stessa a recarsi da Malva per chiarire ciò che è successo. Il dialogo che sentiamo nella serie corrisponde letteralmente a ciò che si trova nel libro, con il semplice scambio di personaggi. Senza dubbio la scelta che sia di Claire la volontà di chiarire con Malva è quanto di più naturale e mostra la maturità con cui la donna affronta ciò che è accaduto.

Che ne pensate di questa differenza piccola ma importante tra la serie e i libri di Outlander e il confronto tra Malva e Claire? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti!

Continuate a seguirci per altre novità su Outlander ed il suo cast!

Chiara

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